Autoanalisi, Pensieri randagi

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Huey Nomure
view post Posted on 13/3/2011, 12:31




Sì, è innegabile. Dopotutto io vivo di parole, sono il mio scudo, la firma del mio autoesilio e la lancia che perfora il mio petto. Gioisco e godo a sentire e a leggere parole come ad ascoltare musica. Mi piace scoprire come il cervello sia riuscito a conferire una potenza tale ad un mero simbolo fonetico.

Autoanalisi VII

“I will live by the show of your teeth!”
-Daniel 3,8:64

A tutte le ragazze:
Ecco a voi MACE, un buon esemplare di freak con molti dei requisiti canonici: aspetto scadente, comportamenti atipici, fruitore di musica che molto probabilmente non avete nemmeno mai sentito nominare e soprattutto i classici occhiali, ovvio elemento da cui trarre le allusioni, banali ma sempre in voga, riguardo le abitudini onanistiche del soggetto.
E’ evidentemente un subumano: l’unica impressione che ci si riesce a fare di lui è di omino brutto e strano dalle abitudini incredibili, un gradino più in basso dello sfigato normale e totalmente separato da ruoli che non siano quello di semi-amico zerbino. Geneticamente portato al fallimento, infatti, il minimo interesse verso di voi sarà sufficiente a richiedergli piccoli favori gratuiti come lavori di fatica, eliminazione dei resti di pasti vari e consulenze di vario genere. E’ persino possibile che si proponga lui stesso, forse nella vana speranza che serva a qualcosa.
Se avete l’impressione che sia triste, patetico o distrutto, tranquille: è proprio così, ma potete benissimo fregarvene. Insomma, guardatelo: merita veramente il vostro interesse? Ma non siate ridicole.
Insomma approfittatene subito, prima che la sua psiche collassi e si spari un colpo in testa!

“A volte servirebbe guardare una persona negli occhi e mostrarle il proprio cuore; poi scopri di averlo nascosto troppo in profondità, un tremebondo arrocco trasformato in un suicidio emozionale.”
-HN

Si accorgono veramente di ciò che sono, di ciò che provo? Hanno la misericordia di non rinfacciartelo per non umiliarti? La mia prima impressione è veramente così socialmente suicida? Perché non riesco a trovare una prova, un indizio per capire ciò che mi circonda? Perché per ogni cosa ci sono due spiegazioni, ognuna delle quali ne implica altre due? Perché devo avere la consapevolezza di quello che faccio?
Sì, lo so: sono domande di cui non avrò mai la risposta. Ma come anche Daniel disse, abbiamo la consapevolezza che alcune domande non avranno mai risposta, ma ciononostante non possiamo fare a meno di porle.

Pagina corta, questa volta. Amen, spiego un paio di cose:
Daniel è il cantante dei Pain of Salvation, la mia band preferita. Essendo lui l’autore della quasi totalità dei testi, lo cito come fosse un profeta biblico:
Daniel 3,8:64 significa terzo album (The Perfect Element pt.1), ottava traccia (King of Loss), sessantaquattresimo verso (citato sopra). La numerazione dei versi non coincide con quella delle righe, nel caso di King of Loss ho saltato un verso “fantasma”, ovvero pronunciato in maniera distorta o comunque in secondo piano, e accorpato righe consistenti in una singola parola con il precedente/successivo. Il verso 64 è l’ultimo della canzone, per inciso.
 
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il bardo di Avon
view post Posted on 13/3/2011, 15:28




CITAZIONE
“A volte servirebbe guardare una persona negli occhi e mostrarle il proprio cuore; poi scopri di averlo nascosto troppo in profondità, un tremebondo arrocco trasformato in un suicidio emozionale.”

bellissima :)

Spero che non troverai banali queste considerazioni che ti faccio su una questione che hai posto, su cui spesso mi sono soffermato anche io.
CITAZIONE
Se avete l’impressione che sia triste, patetico o distrutto, tranquille: è proprio così, ma potete benissimo fregarvene. Insomma, guardatelo: merita veramente il vostro interesse? Ma non siate ridicole.

Nelle due frasi che ho citato mi pare che tratti di una condizione che va oltre l'incomprensione di sé da parte degli altri, un qualcosa di peggiore che è la comprensione seguita dall'indifferenza. Spesso siamo abituati a pensare a quello che gli altri pensano di noi sulla base dei nostri pensieri, della nostra prospettiva. Facciamo della nostra perspicacia delle nostre forme mentali anche le loro qualità e modalità di pensiero, abituandoci a soffrire del divario che c'è tra il modo in cui concepiamo gli altri e quello in cui loro percepiscono noi con questa capacità analitica (qui parlo di noi perché sto provando a "forzare" il tuo pensiero inglobandolo in qualcosa di mio; poi è molto probabile che arriverò ad un fraintendimento di quello che hai scritto, ma sinceramente quando leggo un qualcosa di così personale mi sembra ipocrita commentare solamente con dei riferimenti alla bontà stilistica, mentre magari in un confronto di idee e esperienze ci può essere un qualcosa di positivo).
Quello che posso sommariamente concludere è che una tale attitudine nei rapporti sociali a lasciare inesplorate quelle zone più intime della propria persona e di quella altrui non sia che un meccanismo di difesa di un sistema fragile e patologico, che trova il suo equilibrio in una pressione di paure contrapposte. Quegli occhi freddi di una persona che non hanno il minimo desiderio di conoscere qualcuno che si mostri in superficie non interessante, semplicemente perché il suo primo pensiero non è quello di esaurire ogni sua energia per rendersi gradevole e piacevole, sono tali perché cercano da soli una soddisfazione che è mancata loro per il medesimo motivo per cui non volgono l'attenzione sulla persona autentica. Quella persona fredda, che potremmo definire superficiale dal modo superficiale che ha di rapportarsi col mondo e con gli altri, è tale perché sta boccheggiando ed è intenta a procurarsi il maggiore quantitativo di soddisfazione col minore rischio possibile - ossia senza esposizione di intimità reciproca - per non chiudere con un bilancio passivo di affetto o piacere la propria giornata - o, più fatalisticamente la propria vita- .

Se si condivide quest'ottica, secondo me si può imparare ad utilizzare la propria autenticità per smascherare questo processo con un messaggio non verbale, meramente pratico, quasi come una novella evangelica, ma da un punto di vista puramente ateo. Certo, si potrebbe ritenere che non valga la pena tutto ciò, che sia preferibile trovarsi un'anima affine (come i due coniugi nel racconto di Poe "Ligeia") per condividere un'esistenza di intesa, o qualora questo non sia possibile "intendersi" nella solitudine. Da quello che ho sperimentato però, mi sembra davvero che l'essere umano non possa esistere con soddisfazione lontano dalla sfera sociale, e che tutta questa nevrosi in quel contesto non sia che l'indice e la riprova di quanto sia una zona delicata e vitale. Mancare di autenticità e mancare di socialità, credo siano entrambe posizioni patologiche, ossia infruttuose per il benessere proprio, in quanto entrambe le cose sono parti essenziali dell'individuo.

Ora, mi scuso se ho finito per fare una sottospecie di saggio socio-etico-antropologico, magari astratto e lontano dalla connessione coi tuoi pensieri, spero solo che con tutta la carne a fuoco che ho gettato ci sia qualcosa di pertinente o utile su cui riflettere o continuare a discutere :).
 
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Huey Nomure
view post Posted on 13/3/2011, 18:02




[IMHO]
Hm. Ma io parto dal presupposto che io sia quello anormale, e gli altri quelli normali. Perchè? Perchè se una persona riesce a guardare analiticamente i meccanismi sociali non potrà fare a meno di esserne influenzato mentre ha un approccio con qualcun altro. Anche se non ci pensa continuamente.

Quello a cui mi riferivo è non tanto la superficialità di alcune persone, che so capace di raggiungere livelli psicopatologici, ma i meccanismi inconsci che noi tutti abbiamo: se conosciamo una persona in real ce ne facciamo immediatamente un'immagine mentale e lo collochiamo in un certo piano (intendo proprio livelli di razza umana, da cui deriva il termine "subumano" nella prima parte) con un certo ruolo. Questo il cervello lo fa per semplificare i processi di contatto con le persone, e per le grandi linee funziona: è statisticamente inadatto parlare di videogiochi ad un ottantenne appena incontrato, per esempio. Il problema è che quest'immagine mentale poi è durissima a morire: secondo uno studio se non sbaglio una donna impiega 7 secondi per capire se andrà mai a letto con un uomo. Se quindi una ragazza ti inquadra come "quello (un pò?) strano" si esclude immediatamente l'opzione "quello che mi farei". Possiamo tranquillamente sostituire il sesso ad una relazione sentimentale, penso. E questo era il primo punto.

Secondo punto: penso che le persone più socialmente attive di me siano anche più esperte in tale ambito. Ovvero che capiscano, almeno a grandi linee, che tipo di interesse ha qualcuno per loro. Ritenendomi io anche piuttosto goffo e inetto sul piano sociale ed emozionale, concludo che una persona del primo gruppo dovrebbe capire con facilità che provo interesse/sono innamorato/ho una cotta per lei. Ergo: perchè non dice nulla?
Prima domanda: E' infastidita dalla cosa?
-Sì: Perchè quindi non lo dice e mi rifila un poderoso due di picche preventivo?
1- E' imbarazzata a parlare di cose simili
[Mia Reazione: disappunto (più l'ovvia reazione ad un rifiuto)]
2- Le faccio così tanto schifo che non vuole nemmeno parlarmi seriamente
[MR: stupore, forse rabbia]
3- Prova pietà per me e decide di non respingermi in maniera secca
[MR: Sconsolato, ma un pò sollevato perchè se non altro non ha intenzione di ferirmi deliberatamente]
4- Non vuole relazioni: sbocco "da amico"
[Fastidiosissimo, ma non troppo doloroso e ti lascia spazio logico per continuare ad illuderti]
-No: perchè?
1- Lusingata ma non interessata
[Sfiga, potrei continuare a corteggiarla in modo spudorato: un flirt che entrambi sanno inconcludente può essere molto divertente]
2- E' interessata (utopia). Perchè allora non dirlo?
2a- Non ne è sicura
[Ho veramente bisogno di star dietro anche alle seghe mentali di qualcun altro? Questa sarebbe la reazione totalmente Meh. -.-]
2b- Vuole che io faccia la prima mossa
[Ommioddio sono fottuto]

Oltretutto, in un caso specifico accadutomi recentemente lei, non ubriaca ma decisamente allegra, mi ha detto che sa che io ho interesse per lei (sì, odio anch'io questo utilizzo di termini asettici, ma figurati se so qual è il termine adatto in questo caso... Emotional Entropya Effect), e quindi addirittura non c'è nemmeno la possibilità che lei non lo sappia.
[/IMHO]
 
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il bardo di Avon
view post Posted on 14/3/2011, 22:25




CITAZIONE
Quello a cui mi riferivo è non tanto la superficialità di alcune persone, che so capace di raggiungere livelli psicopatologici, ma i meccanismi inconsci che noi tutti abbiamo: se conosciamo una persona in real ce ne facciamo immediatamente un'immagine mentale e lo collochiamo in un certo piano (intendo proprio livelli di razza umana, da cui deriva il termine "subumano" nella prima parte) con un certo ruolo. Questo il cervello lo fa per semplificare i processi di contatto con le persone, e per le grandi linee funziona: è statisticamente inadatto parlare di videogiochi ad un ottantenne appena incontrato, per esempio. Il problema è che quest'immagine mentale poi è durissima a morire: secondo uno studio se non sbaglio una donna impiega 7 secondi per capire se andrà mai a letto con un uomo. Se quindi una ragazza ti inquadra come "quello (un pò?) strano" si esclude immediatamente l'opzione "quello che mi farei". Possiamo tranquillamente sostituire il sesso ad una relazione sentimentale, penso.

Vero, questo meccanismo parte in automatico un po' per tutti noi, però penso che abbia delle gradazioni di "pregiudizio indelebile"
a seconda e della persona soggetto dell'impressione e del tipo di legame che si arriva ad instaurare con la persona oggetto dell'impressione. Poi, se ci pensi, le persone sono degli esseri in costante, non cambiamento, ma rivoluzione. Ci sono dei radicali mutamenti di paradigma che coinvolgono molti individui tutti i giorni: il fatto è che è vero che l'opinione su una persona rimane la stessa se corroborata da il comportamento di quella, ma non penso proprio che il giudizio rimanga inalterato ad un cambiamento radicale della disposizione di quella. Poi do a quei sondaggi il peso che meritano, perché fatti sulla base di metodi che non ritengo essere poi così ben fatti: un sondaggio può essere utile quando deve valutare dati di fatto, ma una donna interrogata su una situazione che riguarda un suo stato interiore non penso sia la più attendibile delle fonti: ci vorrebbe semmai un sondaggio degli psicologi che hanno analizzato le risposte di quelle donne, per sentire delle impressioni un po' meno parziali e un po' più pertinenti sull'argomento.

CITAZIONE
Oltretutto, in un caso specifico accadutomi recentemente lei, non ubriaca ma decisamente allegra

Gara di bevute vodka prima di una gara di matematica? :P

CITAZIONE
mi ha detto che sa che io ho interesse per lei

Beh in una circostanza così, almeno che non sia estremamente sadica, penso si tratti di un caso riconducibile all'articolo 2 comma B della sezione "No:perché?" del tuo codice delle possibilità :) Altrimenti perché gettarti in faccia la verità e metterti con le spalle al muro?

 
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Phaedra
view post Posted on 17/3/2011, 15:32




Adoro il tuo modo di scrivere Huey, davvero. È intessuto di amara e sottile ironia, e si snoda tra mille immagini evocative come un filo d'argento tra le gemme. Mi prende all'amo e mi costringe a leggere tutto.
Questa è una cosa che ti invidio, io non riesco a piegare le parole al mio volere come fai tu, ho solo qualche breve e improvviso lampo, ed è per questo che non scrivo in prosa ( con questo non tolgo nulla alla poesia, anzi: sono due modi diversi di espressione).
Mi limito a dirti questo. Potrei scrivere mille cose su quanto il tuo stato d'animo mi sia familiare e su quanti deja vu ho avuto leggendo le tue parole, ma non ti conosco e non mi arrischierei mai a darti un consiglio su di Lei, e magari neppure lo desideri.
 
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Huey Nomure
view post Posted on 18/3/2011, 17:36




CITAZIONE (il bardo di Avon @ 14/3/2011, 22:25) 
Gara di bevute vodka prima di una gara di matematica? :P

Immagina quindi il mio stato mentale mentre rivoltavo funzioni e ingarbugliavo equzioni... :asd:

CITAZIONE
CITAZIONE
mi ha detto che sa che io ho interesse per lei

Beh in una circostanza così, almeno che non sia estremamente sadica, penso si tratti di un caso riconducibile all'articolo 2 comma B della sezione "No:perché?" del tuo codice delle possibilità :) Altrimenti perché gettarti in faccia la verità e metterti con le spalle al muro?

Quella in cui il commento nelle quadre indica "Ommioddio sono fottuto"? Perfetto :asd:
Beh, penso tu sappia che per alcune ragazze si può dire che abbiano nella testa più complessi che capelli... comunque boh, tieni conto che non era perfettamente lucida e forse stava solo giocando. Nei problemi sentimentali non mi sento molto in diritto di credere di capire il sesso dal doppio cromosoma X.

@Phaedra: ti ringrazio per i complimento ed evito di quotarli :bonzo:
CITAZIONE
Mi limito a dirti questo. Potrei scrivere mille cose su quanto il tuo stato d'animo mi sia familiare e su quanti deja vu ho avuto leggendo le tue parole, ma non ti conosco e non mi arrischierei mai a darti un consiglio su di Lei, e magari neppure lo desideri.

Beh, come vedi non mi faccio problemi a rispondere a Bar: ogni commento, proposta o ipotesi sarà certamente trattata con il dovuto rispetto. Nessuna reazione scontrosa e isterica, promesso :D
 
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Huey Nomure
view post Posted on 11/11/2011, 14:26




Una cosa che ho scritto più o meno di getto, pensandola man mano che scrivevo. Come tutto ciò che ho scritto finora, pienamente autobiografico.

Ho paura di non essere mai una persona di cui qualcuno possa sentire nostalgia.
Un sottile orrore della prospettiva di essere dimenticato, sassolino perso nel torrente del tempo.
Ho bisogno di qualcuno che mi dica cose sincere e al contempo buone.
Mi piacerebbe non dubitarne erroneamente.
E intanto intreccio parole per comporre arazzi smielati, d’un color ambra impolverata che forse mi schiferanno a un anno da adesso. O forse rimarrò sempre lo stesso bambino piagnucolone che versa le sue lacrime pian piano dentro se stesso finché non ne può più.
So di essere abbandonato da me stesso nella consapevolezza forse sbagliata di non poter essere toccato da nessuno. Artigliato, ma non accarezzato. Squadrato, ma non osservato.
Perso. Non so perché, mi sento perso. Dentro e fuori di me una bonaccia troppo grande, troppo enorme da sopportare. Così grande da stordire, così enorme da inghiottire le mie grida.
O forse non sto veramente gridando. Mi piace solo pensarlo, mi piace credere di star tentando di far qualcosa, qualsiasi cosa.
Invece di rimanere appeso a me stesso, raggomitolato in una risacca d’ennui.
E continuo a parlarne sapendo che non servirà a nulla.
Mi volto, allora, e la mia maschera da buffone disgraziato mi eclissa dietro il suo rassicurante gelo.
 
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Patrizio S.
view post Posted on 11/11/2011, 23:59




Posso dirti che scrivevo cose molto simili, ma in modo peggiore, il primo anno di università. Il che è tutto dire. :D

E in realtà sono cose che penso in maniera identica tuttora.
 
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Elsie LeNoir
view post Posted on 5/12/2011, 22:35




Avendo sempre vissuto cose del genere, mi sono convinta che, alla fine, essere "artigliati" o "squadrati" non è poi così male. Perchè un'artigliata è una carezza aggressiva. E qualcuno che ti squadra almeno ti vede, e non è come se fossi trasparente.
 
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Huey Nomure
view post Posted on 5/12/2011, 22:39




CITAZIONE (Elsie LeNoir @ 5/12/2011, 22:35) 
Avendo sempre vissuto cose del genere, mi sono convinta che, alla fine, essere "artigliati" o "squadrati" non è poi così male. Perchè un'artigliata è una carezza aggressiva. E qualcuno che ti squadra almeno ti vede, e non è come se fossi trasparente.

"Cause it's better feel pain than nothin' at all", citando i Three Days Grace.
Meglio il dolore del nulla, ma se sapessi di poter scegliere solo tra questi due per tutta la mia vita considererei seriamente il suicidio. Poi non so. '-'
 
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Elsie LeNoir
view post Posted on 5/12/2011, 22:59




(Three Days Grace *__*)

Forse sono io ad avere una visione particolarmente pessimistica (anche se a me non sembra, ma boh u.u).

Non credo che la vita sia fatta solo da una scelta tra queste due possibilità. Ma lo è la maggior parte. La forza per andare avanti la trovi solo cercando di trarre il meglio da ogni cosa. Sì, è un clichè vecchio come la mia prof... Ma per come la vedo io, la maggior parte della vita è fatta di malinconia, buona parte da dolore e in minima parte da "felicità". E forse è proprio per questo che l'apprezzo. In quei rari momenti di serena tranquillità, cerco di assaporare l'attimo. Poi finisce, ma son certa che ne tornerà un altro. Nel mentre, ci sarà la sofferenza ad insegnarmi come apprezzarlo. :bonzo:

//Forse è il momento a farmi parlare così. Sono molto incostante, domani magari decanterò la bellezza della vita :rotfl:
 
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Huey Nomure
view post Posted on 6/12/2011, 07:36




Personalmente mi sono ritrovato abbastanza nel principio del sublime romantico: anche la violenza e la magneficenza della sconfitta portano ad un'ammirazione estatica. Che sia un'estasi stordita o un attimo di felicità, un'ora di palestra in cui non pensi ad altro che a tirare su quei cazzo di pesi o un secondo di rapimento negli occhi di una ragazza, tutto sta nell'aggrapparcisi. Resistere al dolore, facendo attenzione ad accettarlo perchè troppo facilmente dà dipendenza.

Molte volte viviamo nella meraviglia e noi siamo ciechi. Troppe volte siamo immersi in una melodia divina (in senso immanentistico=naturale) e tamburelliamo una stupida marcetta con le dita. Come ho scritto in un altro topic di questa sezione, "Aforismi di un giovane deviato", forse il cervello ci atrofizza i sensi per non rimanere sopraffatti dalla bellezza che è insita in ogni cosa, dal giusto punto di vista; sta a noi riscoprire questi occhi edonistici, e pian piano immergerci nella meditazione del piacere :3

Che cazzo ho detto non lo so bene neanch'io, però mi suona bene :asd:
 
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Elsie LeNoir
view post Posted on 6/12/2011, 07:59




Credo che nello stesso vivere vi sia il principio del sublime. Ne siamo irrimediabilmente attratti, sebbene la cosa ci turbi nel profondo.

Mi piace la riflessione sulla bellezza e sull'esserne ciechi. Sembra di sentir parlare me qualche tempo fa, che cercavo di convincere chi mi era accanto ad osservare anche le più piccole cose, i sussurri del vento e la bellezza delle nuvole. E non capivo come gli altri non potessero sentirle dentro, nelle viscere. Poi, ho rinunciato.

Credo che tu sia pronto per il romanticismo inglese :bonzo: Io l'ho sempre adorato.
 
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42 replies since 25/4/2010, 19:38   438 views
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