| Sì, è innegabile. Dopotutto io vivo di parole, sono il mio scudo, la firma del mio autoesilio e la lancia che perfora il mio petto. Gioisco e godo a sentire e a leggere parole come ad ascoltare musica. Mi piace scoprire come il cervello sia riuscito a conferire una potenza tale ad un mero simbolo fonetico.
Autoanalisi VII
“I will live by the show of your teeth!” -Daniel 3,8:64
A tutte le ragazze: Ecco a voi MACE, un buon esemplare di freak con molti dei requisiti canonici: aspetto scadente, comportamenti atipici, fruitore di musica che molto probabilmente non avete nemmeno mai sentito nominare e soprattutto i classici occhiali, ovvio elemento da cui trarre le allusioni, banali ma sempre in voga, riguardo le abitudini onanistiche del soggetto. E’ evidentemente un subumano: l’unica impressione che ci si riesce a fare di lui è di omino brutto e strano dalle abitudini incredibili, un gradino più in basso dello sfigato normale e totalmente separato da ruoli che non siano quello di semi-amico zerbino. Geneticamente portato al fallimento, infatti, il minimo interesse verso di voi sarà sufficiente a richiedergli piccoli favori gratuiti come lavori di fatica, eliminazione dei resti di pasti vari e consulenze di vario genere. E’ persino possibile che si proponga lui stesso, forse nella vana speranza che serva a qualcosa. Se avete l’impressione che sia triste, patetico o distrutto, tranquille: è proprio così, ma potete benissimo fregarvene. Insomma, guardatelo: merita veramente il vostro interesse? Ma non siate ridicole. Insomma approfittatene subito, prima che la sua psiche collassi e si spari un colpo in testa!
“A volte servirebbe guardare una persona negli occhi e mostrarle il proprio cuore; poi scopri di averlo nascosto troppo in profondità, un tremebondo arrocco trasformato in un suicidio emozionale.” -HN
Si accorgono veramente di ciò che sono, di ciò che provo? Hanno la misericordia di non rinfacciartelo per non umiliarti? La mia prima impressione è veramente così socialmente suicida? Perché non riesco a trovare una prova, un indizio per capire ciò che mi circonda? Perché per ogni cosa ci sono due spiegazioni, ognuna delle quali ne implica altre due? Perché devo avere la consapevolezza di quello che faccio? Sì, lo so: sono domande di cui non avrò mai la risposta. Ma come anche Daniel disse, abbiamo la consapevolezza che alcune domande non avranno mai risposta, ma ciononostante non possiamo fare a meno di porle.
Pagina corta, questa volta. Amen, spiego un paio di cose: Daniel è il cantante dei Pain of Salvation, la mia band preferita. Essendo lui l’autore della quasi totalità dei testi, lo cito come fosse un profeta biblico: Daniel 3,8:64 significa terzo album (The Perfect Element pt.1), ottava traccia (King of Loss), sessantaquattresimo verso (citato sopra). La numerazione dei versi non coincide con quella delle righe, nel caso di King of Loss ho saltato un verso “fantasma”, ovvero pronunciato in maniera distorta o comunque in secondo piano, e accorpato righe consistenti in una singola parola con il precedente/successivo. Il verso 64 è l’ultimo della canzone, per inciso.
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