Vi capita mai, a me spessissimo, di cominciare una cosa e non finirla?
Magari un progetto fantastico che voi buttate giù anche con una certa propulsione, e che poi di punto in bianco, attraverso una serie di piccoli rimandi, viene declassato dalle vostre priorità per finire poi nel dimenticatoio. Dove però non resta in eterno, ma torna appunto, sotto forma di incompiuta, a dimostrare la vostra incostanza, a ricordarvi della sua esistenza insoddisfatta, o come minimo a intasarvi l'hard disk.
E cosa fate in quel caso? La riprendete, mossi a compassione e dallo spirito del dovere? La cestinate, rinunciatari e fatalisti? La lasciate dove sta e andate avanti, magari dicendovi che non è ancora tempo e sostanzialmente dando nuovo seguito alla vostra incostanza?
Parliamone, perché ultimamente mi capita spesso di ripensare alle cose non finite. Alcune a distanza di anni le reputo idee stupide, banali, inefficaci, altri invece ogni volta che ci penso mi fanno un po' brillare gli occhi per quanto ancora ci tenga e ci lavori sopra con la mente, ottimista, forse troppo, pensando che un giorno le concluderò. Per tutte, perfino le peggiori, però provo un rimpianto. Credo ci sia del patologico in questo e vorrei guarire. Quindi facciamo un gruppo di sostegno, tipo gli alcolisti anonimi.
